A noi di Well done!, però, piace sempre partecipare alla conversazione offrendo punti di vista e spunti di riflessione alternativi: ecco perché, oggi, vogliamo parlarvi delle insidie del social washing e in particolare del pinkwashing, ovvero di come alcuni brand talvolta mostrino di aderire alla causa femminista per indurre i consumatori all’acquisto.
Indice
- Le origini: donne e cancro al seno
- Rosa, verde e arcobaleno
- Stereotipi di genere e bellezze conformi
- In conclusione
Le origini: donne e cancro al seno
Nato nei primi anni Duemila per smascherare l’ipocrisia di alcune campagne legate alla lotta contro il cancro al seno, “pinkwashing” è un termine tuttora usato per definire quelle pratiche di marketing adottate dai brand per nobilitare la propria immagine.
Rosa, verde e arcobaleno
Il fratello maggiore di questo fenomeno è il greenwashing, che invece costruisce una strategia di comunicazione aziendale focalizzata sul tema della sostenibilità e del basso impatto ambientale. Recentemente, si è parlato molto anche di “rainbow washing”, per definire una vicinanza solo apparente ai temi della comunità LGBTQI+.
Stereotipi di genere e bellezze conformi
Nonostante la dichiarazione d’intenti, il pinkwashing finisce per promuovere stereotipi di genere e modelli di bellezza standardizzati piuttosto che metterli in discussione. Un esempio? La campagna “Love Your Curves” di Zara, dove il colosso del fast-fashion ha mostrato di voler sostenere il movimento body positive servendosi per le sue campagne di modelle dai corpi conformi.
In conclusione
Ogni azienda ha una voce, e questa voce comporta una dose più o meno importante di responsabilità sociale verso chi è in ascolto.
Se si decide di affrontare un tema che coinvolge questioni sociali e diritti civili, è importante averne contezza ed essere capaci di parlarne in maniera consapevole. Viceversa, attenzione a ostentare valori non supportati da basi concrete: l’incoerenza salta all’occhio e diventa un’arma che facilmente ci si ritorcerà contro.
Ti viene in mente qualche altro esempio di pinkwashing? Raccontacelo nei commenti!